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Enna

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Un patrimonio naturalistico perfettamente integro fra borghi, monti e santuari

Informazioni

"Il panorama di Enna, il capoluogo più alto d’Europa, vi incanterà da qualsiasi punto della città vi affacciate per la bellezza della natura che la circonda"

La città di Enna  sorge sul culmine di una propaggine montuosa terrazzata, in un luogo assai panoramico, al centro di un territorio sfruttato a fini agricoli, dove prosperano attività di tipo estrattivo. La città contende alla vicina Caltanissetta.

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Attrazioni Principali

L’infinito dalla Rocca di Cerere

L’infinito dalla Rocca di Cerere

Il panorama di Enna, il capoluogo più alto d’Europa, vi incanterà da qualsiasi punto della città vi affacciate per la bellezza della natura che la circonda. Il punto più seducente è la Rocca di Cerere dalla quale sembra di poter sentire gli inni alla Dea Madre intonati dalle sue sacerdotesse, tanta è la maestosità del panorama che si staglia sui campi coltivati a grano, diverso a seconda della stagione e dell’ora cambia dai colori tenui dell’alba a quelli intensi del tramonto. Città votata da sempre ad una naturale religiosità, forse per la sua posizione elevata e solitaria, profondamente legata alla dea delle messi, ha mantenuto nei secoli questa sua attitudine votandosi alla sua Patrona Maria SS. della Visitazione. Se volete conoscere il mito di Demetra e Kore-Persefone (Cerere e Proserpina per i romani), non perdete una visita al Museo del Mito di Enna, un’affascinante esperienza immersiva multimediale.

Il panorama di Enna, il capoluogo più alto d’Europa, vi incanterà da qualsiasi punto della città vi affacciate per la bellezza della natura che la circonda. Il punto più seducente è la Rocca di Cerere dalla quale sembra di poter sentire gli inni alla Dea Madre intonati dalle sue sacerdotesse, tanta è la maestosità del panorama che si staglia sui campi coltivati a grano, diverso a seconda della stagione e dell’ora cambia dai colori tenui dell’alba a quelli intensi del tramonto. Città votata da sempre ad una naturale religiosità, forse per la sua posizione elevata e solitaria, profondamente legata alla dea delle messi, ha mantenuto nei secoli questa sua attitudine votandosi alla sua Patrona Maria SS. della Visitazione. Se volete conoscere il mito di Demetra e Kore-Persefone (Cerere e Proserpina per i romani), non perdete una visita al Museo del Mito di Enna, un’affascinante esperienza immersiva multimediale.

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Il Duomo di Enna

Il Duomo di Enna

Costruito per volere della Regina Eleonora d’Angiò nel 1307, successivamente rimaneggiato e abbellito. Già monumento nazionale e dal 2008 Luogo di pace dell’UNESCO, è circondato da una scalinata monumentale. Il suo interno è basilicale a tre navate con una splendida copertura a cassettoni lignei decorati per opera di Andrea Russo da Collesano. I cori lignei posti ai lati dell’arco trionfale vennero realizzati da Scipione di Guido. L’abside centrale è interamente ricoperta da stucchi barocchi di Pietro Rosso da Bologna, nei riquadri cinque grandi tele, opera di Filippo Paladini. Le absidi laterali sono dedicate quella di sinistra, con le antiche forme gotiche e le volte costolonate, al SS. Sacramento, l’altra, riccamente rivestita da marmi policromi su disegno barocco per opera di Andrea Amato, alla Madonna della Visitazione. Nella nicchia chiusa da una porticina icona, la statua processionale della patrona di officina veneziana del 1474. La sacrestia è ricca di opere quali il casserizio raffigurante scene di vita di Gesù, il lavamano marmoreo del 1648. Il pavimento in maiolica siciliana con scene del nuovo testamento. Nella piazza antistante il Museo Archeologico Varisano espone oggetti che provengono dai siti archeologici nei pressi della città. Partendo da una lettura delle fonti antiche, Enna, viene vista come la città di Demetra e Kore. L’esposizione segue il filo logico della ricerca archeologica dalla preistoria al medioevo.

Se siete ad Enna il 2 luglio, per la Madonna della Visitazione, siamo sicuri che vi sveglierete alle 7 del mattino al suono delle 101 salve che festeggiano la protettrice della città. La Statua della Madonna custodita tutto l’anno nella sua nicchia in marmi policromi all’interno del Duomo, viene portata in processione, ricoperta di ori e pietre preziose donate dai fedeli, all’interno di una grande “Vara” del XVI sec. chiamata Nave d’oro, portata a spalla da 118 confrati scalzi, gli ignudi. La processione parte dal Duomo e lungo il percorso vengono sparate le sarbiate, salve di cannone. In prossimità dell’eremo di Montesalvo, dalla chiesa escono le statue di S. Zaccaria e di S. Elisabetta che vanno incontro alla Madonna. Subito dopo l’entrata in chiesa della Madonna partono i fuochi d’artificio artistico, vera esplosione di gioia che caratterizza tutte le feste patronali siciliane.

Costruito per volere della Regina Eleonora d’Angiò nel 1307, successivamente rimaneggiato e abbellito. Già monumento nazionale e dal 2008 Luogo di pace dell’UNESCO, è circondato da una scalinata monumentale. Il suo interno è basilicale a tre navate con una splendida copertura a cassettoni lignei decorati per opera di Andrea Russo da Collesano. I cori lignei posti ai lati dell’arco trionfale vennero realizzati da Scipione di Guido. L’abside centrale è interamente ricoperta da stucchi barocchi di Pietro Rosso da Bologna, nei riquadri cinque grandi tele, opera di Filippo Paladini. Le absidi laterali sono dedicate quella di sinistra, con le antiche forme gotiche e le volte costolonate, al SS. Sacramento, l’altra, riccamente rivestita da marmi policromi su disegno barocco per opera di Andrea Amato, alla Madonna della Visitazione. Nella nicchia chiusa da una porticina icona, la statua processionale della patrona di officina veneziana del 1474. La sacrestia è ricca di opere quali il casserizio raffigurante scene di vita di Gesù, il lavamano marmoreo del 1648. Il pavimento in maiolica siciliana con scene del nuovo testamento. Nella piazza antistante il Museo Archeologico Varisano espone oggetti che provengono dai siti archeologici nei pressi della città. Partendo da una lettura delle fonti antiche, Enna, viene vista come la città di Demetra e Kore. L’esposizione segue il filo logico della ricerca archeologica dalla preistoria al medioevo.

Se siete ad Enna il 2 luglio, per la Madonna della Visitazione, siamo sicuri che vi sveglierete alle 7 del mattino al suono delle 101 salve che festeggiano la protettrice della città. La Statua della Madonna custodita tutto l’anno nella sua nicchia in marmi policromi all’interno del Duomo, viene portata in processione, ricoperta di ori e pietre preziose donate dai fedeli, all’interno di una grande “Vara” del XVI sec. chiamata Nave d’oro, portata a spalla da 118 confrati scalzi, gli ignudi. La processione parte dal Duomo e lungo il percorso vengono sparate le sarbiate, salve di cannone. In prossimità dell’eremo di Montesalvo, dalla chiesa escono le statue di S. Zaccaria e di S. Elisabetta che vanno incontro alla Madonna. Subito dopo l’entrata in chiesa della Madonna partono i fuochi d’artificio artistico, vera esplosione di gioia che caratterizza tutte le feste patronali siciliane.

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Il Castello di Lombardia e la Torre di Federico

Il Castello di Lombardia e la Torre di Federico

Simbolo della città di Enna è uno dei castelli di epoca medievale più grandi d’Italia. Costruito sopra i resti dell’antica acropoli e delle fortificazioni bizantine, arabe e normanne, è suddiviso in tre grandi cortili ed un rivellino, capaci di funzionare come castelli separati, muniti di diverse torri e strutture atte alla presenza militare e alla residenza della corte. Il danneggiato palatium svevo non venne ricostruito ed una sua porzione divenne una alta torre duecentesca detta Torre Pisana. Da qui le antiche vedette potevano controllare gran parte della Sicilia e scorgere il mare nelle giornate limpide. Ai piedi del Castello, la statua di Euno, lo schiavo siriaco che nel 132 a.c. diede inizio alla prima guerra servile.

La Torre di Federico, attorniata dall’omonimo parco urbano, è un edificio medievale castellato. Si compone dei resti di un vasto recinto murario ottagonale aperto da due porte arcuate al cui centro si eleva una grande torre, anche essa ottagonale. La torre al suo interno ha caratteristiche architettoniche sveve che fanno risalire la costruzione al Regno di Federico II di Svevia. Poco distante una delle porte di Enna: la Monumentale Porta Janniscuru, un robusto manufatto murario, posto ad interruzione della strada di arroccamento.

Simbolo della città di Enna è uno dei castelli di epoca medievale più grandi d’Italia. Costruito sopra i resti dell’antica acropoli e delle fortificazioni bizantine, arabe e normanne, è suddiviso in tre grandi cortili ed un rivellino, capaci di funzionare come castelli separati, muniti di diverse torri e strutture atte alla presenza militare e alla residenza della corte. Il danneggiato palatium svevo non venne ricostruito ed una sua porzione divenne una alta torre duecentesca detta Torre Pisana. Da qui le antiche vedette potevano controllare gran parte della Sicilia e scorgere il mare nelle giornate limpide. Ai piedi del Castello, la statua di Euno, lo schiavo siriaco che nel 132 a.c. diede inizio alla prima guerra servile.

La Torre di Federico, attorniata dall’omonimo parco urbano, è un edificio medievale castellato. Si compone dei resti di un vasto recinto murario ottagonale aperto da due porte arcuate al cui centro si eleva una grande torre, anche essa ottagonale. La torre al suo interno ha caratteristiche architettoniche sveve che fanno risalire la costruzione al Regno di Federico II di Svevia. Poco distante una delle porte di Enna: la Monumentale Porta Janniscuru, un robusto manufatto murario, posto ad interruzione della strada di arroccamento.

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Il Lago di Pergusa

Il Lago di Pergusa

Circondato da alture che lo cingono quasi interamente, consente la raccolta delle acque nonostante non abbia dei veri e propri immissari. Le acque salmastre si raccolgono al centro della conca e questo rende l’ambiente pergusino di estrema rilevanza naturalistica essendo un ambiente ricco di biodiversità e di elementi mitologici e culturali. Il Lago di Pergusa, lago naturale dell’entroterra siciliano, è un’area nevralgica per la corrente migratoria di molte specie di uccelli, perché situato lungo una delle rotte migratorie principali della regione paleartica occidentale. E’ un luogo di sosta ideale per migliaia di uccelli acquatici in transito con l’Africa. Gli appassionati di ornitologia potranno avvistare facilmente l’alzavola, il fischione, il mestolone, il moriglione, la folaga, il falco di palude e la moretta tabaccata. Tra i mammiferi qui passeggiano l’istrice e la donnola, rettili come tartarughe palustri ed anfibi.

Circondato da alture che lo cingono quasi interamente, consente la raccolta delle acque nonostante non abbia dei veri e propri immissari. Le acque salmastre si raccolgono al centro della conca e questo rende l’ambiente pergusino di estrema rilevanza naturalistica essendo un ambiente ricco di biodiversità e di elementi mitologici e culturali. Il Lago di Pergusa, lago naturale dell’entroterra siciliano, è un’area nevralgica per la corrente migratoria di molte specie di uccelli, perché situato lungo una delle rotte migratorie principali della regione paleartica occidentale. E’ un luogo di sosta ideale per migliaia di uccelli acquatici in transito con l’Africa. Gli appassionati di ornitologia potranno avvistare facilmente l’alzavola, il fischione, il mestolone, il moriglione, la folaga, il falco di palude e la moretta tabaccata. Tra i mammiferi qui passeggiano l’istrice e la donnola, rettili come tartarughe palustri ed anfibi.

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Chiesa di San Marco

Chiesa di San Marco

La Chiesa di San Marco con l’annesso convento di clausura delle Carmelitane scalze, è della prima metà del XVI secolo e fu costruita sui ruderi di una sinagoga che delimitava il ghetto ebraico, ancora oggi ricordato dal nome dato alla zona: Iudeca. Fastosi stucchi all’interno contrastano la severa linearità della facciata a navata unica in stile barocco. Essa è sovrastata da una copertura a botte con lunette priva di transetto, così da permettere alle suore di assistere, senza contravvenire all’obbligo della clausura, alle solenni funzioni nella cantoria, posizionata sul vestibolo, per mezzo di una ringhiera costellata di fitti trafori che seguono l’agile andamento a petto d’oca e culminano, con una cornice di artistici intagli, in un superbo merletto ligneo. In questo barocco gli stucchi e gli affreschi di Gabriele De Bianco (1705). L’opera che colpisce maggiormente è la grande custodia lignea che occupa l’altare maggiore, rivestista in oro zecchino, opera di Antonino Rallo, su disegno dell’arch. Daidone da Calascibetta (1708). La facciata possiede elementi decorativi sporgenti lievemente come le due paraste poggianti su alti plinti che la incorniciano, sormontate da capitelli corinzi, fiancheggiate da due semplici volute e la finestra centrale sovrastata da elegante coronamento.

La Chiesa di San Marco con l’annesso convento di clausura delle Carmelitane scalze, è della prima metà del XVI secolo e fu costruita sui ruderi di una sinagoga che delimitava il ghetto ebraico, ancora oggi ricordato dal nome dato alla zona: Iudeca. Fastosi stucchi all’interno contrastano la severa linearità della facciata a navata unica in stile barocco. Essa è sovrastata da una copertura a botte con lunette priva di transetto, così da permettere alle suore di assistere, senza contravvenire all’obbligo della clausura, alle solenni funzioni nella cantoria, posizionata sul vestibolo, per mezzo di una ringhiera costellata di fitti trafori che seguono l’agile andamento a petto d’oca e culminano, con una cornice di artistici intagli, in un superbo merletto ligneo. In questo barocco gli stucchi e gli affreschi di Gabriele De Bianco (1705). L’opera che colpisce maggiormente è la grande custodia lignea che occupa l’altare maggiore, rivestista in oro zecchino, opera di Antonino Rallo, su disegno dell’arch. Daidone da Calascibetta (1708). La facciata possiede elementi decorativi sporgenti lievemente come le due paraste poggianti su alti plinti che la incorniciano, sormontate da capitelli corinzi, fiancheggiate da due semplici volute e la finestra centrale sovrastata da elegante coronamento.

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La Settimana Santa di Enna

La Settimana Santa di Enna

La Settimana Santa di Enna è tra le manifestazioni religiose della Sicilia che non si può assolutamente perdere. Retaggio della dominazione spagnola nell’isola, coinvolge gran parte della popolazione maschile della città. Raggruppati in 16 confraternite originariamente dei mestieri, gli incappucciati, detti così per via del cappuccio che ne nasconde il viso, danno vita ad una serie di manifestazioni il cui culmine è la processione del Venerdì Santo. Quasi 2500 confrati, in una silenziosa e composta processione, riescono a coinvolgere tutta la città. Nel silenzio dei cittadini e del traffico si odono solo le note mesti della banda e il brusio della gente che assiste al passaggio dei confrati con le insegne delle confraternite la Vara dell’Addolorata e la teca del Cristo Morto. Il pomeriggio del venerdi Santo tutto è fermo: dalle 16:00 le confraternite iniziano il percorso per l’appuntamento al Duomo da dove ripartiranno tutte insieme per formare la processione che percorre tutto il paese sino al cimitero per poi tornare al Duomo e alle chiese di appartenenza. Se poi scende “la paesana”, la nebbia come la chiamano gli ennesi, l’atmosfera diventa ancora più consona alla preghiera.

La Settimana Santa di Enna è tra le manifestazioni religiose della Sicilia che non si può assolutamente perdere. Retaggio della dominazione spagnola nell’isola, coinvolge gran parte della popolazione maschile della città. Raggruppati in 16 confraternite originariamente dei mestieri, gli incappucciati, detti così per via del cappuccio che ne nasconde il viso, danno vita ad una serie di manifestazioni il cui culmine è la processione del Venerdì Santo. Quasi 2500 confrati, in una silenziosa e composta processione, riescono a coinvolgere tutta la città. Nel silenzio dei cittadini e del traffico si odono solo le note mesti della banda e il brusio della gente che assiste al passaggio dei confrati con le insegne delle confraternite la Vara dell’Addolorata e la teca del Cristo Morto. Il pomeriggio del venerdi Santo tutto è fermo: dalle 16:00 le confraternite iniziano il percorso per l’appuntamento al Duomo da dove ripartiranno tutte insieme per formare la processione che percorre tutto il paese sino al cimitero per poi tornare al Duomo e alle chiese di appartenenza. Se poi scende “la paesana”, la nebbia come la chiamano gli ennesi, l’atmosfera diventa ancora più consona alla preghiera.

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Piazza Armerina e Villa Romana del Casale

Piazza Armerina e Villa Romana del Casale

La cittadina di Piazza Armerina, nel verde dei boschi che le fanno da cornice, con il suo impianto medievale è famosa per il patrimonio storico e archeologico. Il pregevole estro artistico lo troviamo anche negli edifici religiosi, in particolare il Gran Priorato di Sant’Andrea, la più antica chiesa di Piazza Armerina, una delle più interessanti opere del medioevo siciliano. Ma è con la bellezza delle tele e degli affreschi del Borremans, riportati di recente allo splendore ancestrale, custoditi nella chiesa di San Giovanni, che si tocca la massima espressione pittorica della città. Passeggiando per il centro abitato, scendendo e salendo per i vicoli che caratterizzano il borgo antico, è possibile scoprire ancora architetture rinascimentali e barocche di indiscusso valore.

La cittadina di Piazza Armerina, nel verde dei boschi che le fanno da cornice, con il suo impianto medievale è famosa per il patrimonio storico e archeologico. Il pregevole estro artistico lo troviamo anche negli edifici religiosi, in particolare il Gran Priorato di Sant’Andrea, la più antica chiesa di Piazza Armerina, una delle più interessanti opere del medioevo siciliano. Ma è con la bellezza delle tele e degli affreschi del Borremans, riportati di recente allo splendore ancestrale, custoditi nella chiesa di San Giovanni, che si tocca la massima espressione pittorica della città. Passeggiando per il centro abitato, scendendo e salendo per i vicoli che caratterizzano il borgo antico, è possibile scoprire ancora architetture rinascimentali e barocche di indiscusso valore.

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